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    Premio Gabriele Monasterio per l’innovazione in nefrologia al professore Giovambattista Capasso

    ‘’Si tratta sicuramente del coronamento ideale di un’intera carriera, ma, vista la natura del riconoscimento attribuitomi, anche di una fortissima spinta a proseguirla, con nuovi stimoli che si aggiungono a quelli derivanti dalle tante attività in corso a Biogem’’. Con queste parole il professore Giovambattista Capasso, attualmente direttore scientifico dell’Istituto irpino, ha voluto commentare il conferimento alla sua persona del Premio Gabriele Monasterio, avvenuta nel corso dell’ultimo congresso della Società Italiana di nefrologia, recentemente svoltosi a Rimini.
    La scelta è caduta sul professore Capasso per l’innovazione e l’ampliamento delle conoscenze generati dai suoi studi sui meccanismi alla base dei processi fisiologici e patologici del rene. Risultati conseguiti lungo l’arco di una lunga carriera clinica e di ricerca, che, come sottolineato dal presidente della Società Italiana di Nefrologia (SIN),il professore Piergiorgio Messa, ha conosciuto, dopo la laurea presso l’Università di Napoli ‘Federico II’, lunghi periodi di approfondimento in prestigiosi istituti di ricerca, come il Max-Planck Institut für Biophysik, a Francoforte, l’Albert Einstein College of Medicine di New York, e la Yale Medical School, a New Haven (USA).
    In quegli anni – si legge nella motivazione del premio - attraverso studi di micropuntura renale, una metodica altamente specializzata, che consente la valutazione del flusso renale direttamente nelle singole porzioni del nefrone, il professore Capasso ha prodotto dati scientifici, ampiamente documentati da lavori pubblicati su riviste di alto impatto, che hanno inciso significativamente sulle nostre attuali conoscenze del trasporto di bicarbonato. A questi studi il professore Capasso ha affiancato, più recentemente, due linee di ricerca innovative, incentrate sull’onconefrologia e sul rapporto rene-cervello, producendo dati originali anche in questi campi.

    Non ultimo, il professore ha anche il merito di aver sempre creduto nell’importanza della formazione dei giovani, creando nel tempo un gruppo di ricerca solido, che, con un costante approccio traslazionale, lavora in vari campi della nefrologia, comprese le patologie genetiche e le malattie rare del rene.

     

    Ettore Zecchino

    I vincitori del Premio Paganini suoneranno alle Due Culture di Biogem

    C’è anche il centro di ricerca scientifico irpino, con il suo meeting simbolo, nell’elenco delle 35 istituzioni culturali italiane (tutte musicali) selezionate per ospitare i concerti da offrire al vincitore del Premio Paganini di Genova, biennale concorso violinistico universalmente riconosciuto tra le massime competizioni musicali al mondo. Nella lista, stilata dal suo direttore artistico, Nazzareno Carusi, le Due Culture di Biogem sono quindi accostate a quasi tutti i più prestigiosi enti musicali italiani, con in testa il Teatro alla Scala di Milano.
    A partire dall’edizione del 2024, quindi, tra i fiori all’occhiello delle serate musicali si annovererà anche l’esibizione di sempre nuovi talenti internazionali del violino, selezionati dal Premio biennale intitolato al sommo maestro genovese.

    ‘’Per Biogem si tratta di un grande onore – ha dichiarato il presidente del centro di ricerca irpino, Ortensio Zecchino – che ha poi rivelato la sua personale soddisfazione per l’implicito riconoscimento della valenza culturale di un meeting ormai noto a livello nazionale e capace di attrarre sempre più rilevanti personalità negli ambiti più disparati del sapere umano’’.

     

    Ettore Zecchino

    I nuovi farmaci biotech nell’ultimo seminario stagionale a Biogem

    Sarà la dottoressa Maria Luisa Nolli, responsabile del gruppo di Protein Factory a Biogem, con una lezione sulla rivoluzione dei nuovi farmaci biotech, la relatrice nel dodicesimo e ultimo seminario divulgativo della stagione primaverile-estiva dell’Istituto irpino. L’incontro, fruibile anche in video-conferenza al link https://meet.goto.com/447656701, si svolgerà giovedì 29 settembre alle 14:30 e sarà incentrato su una nuova categoria di farmaci, impensabili solo una decina di anni fa. Tali prodotti costituiscono oggi le  ‘Terapie Avanzate’ ATMP (Advanced Therapy Medicinal Product), come quella cellulare e quella genica, ma anche i cosiddetti CART (Chimeric Antigen Receptor T)  e l’ingegneria dei tessuti. Farmaci che puntano a garantire una risposta terapeutica alle tante patologie rare attualmente non curabili, e che stanno consentendo il passaggio da un approccio più o meno universale a una medicina personalizzata, più vicina alle esigenze dei pazienti.

    ‘’La rivoluzione in atto – precisa Maria Luisa Nolli - vede i suoi albori negli anni 90, ad opera degli anticorpi monoclonali, farmaci biologici formati da macromolecole, molto differenti dai farmaci tradizionali di sintesi chimica, prodotti da cellule in coltura e che hanno in comune con le Terapie Avanzate la sorgente, cioè le cellule’’. ‘’L’evoluzione delle Terapie Avanzate – aggiunge la stessa Nolli - si basa sul fatto che il prodotto finale è costituito dalle stesse cellule’’, una caratteristica in grado di determinare ‘’cambiamenti epocali  nello sviluppo, nella produzione e nella sperimentazione clinica di questi medicinali’’.

    I farmaci per le Terapie Avanzate (attualmente una trentina di prodotti sui mercati  e più di mille trial clinici nel mondo),  costituiscono – assicura infine la dottoressa Nolli – ‘’una grande opportunità di cura per numerose malattie oggi fatalmente trascurate’’.

     

    Ettore Zecchino

    nolli

    Biogem ospita corso di formazione sulla nefrologia delle malattie rare

    Reni ancora protagonisti sabato prossimo nel centro di ricerca scientifica irpino, dove si svolgerà il convegno ‘La nefrologia delle malattie rare: conoscerle per curarle’, un corso di aggiornamento per i nefrologi volto ad ampliare la conoscenza su diagnosi e management delle malattie rare renali. Responsabili scientifici dell’iniziativa saranno, insieme alla professoressa Alessandra Perna, coordinatrice del Corso di Malattie del Rene e Vie Urinarie dell’Università degli Studi della Campania ‘Luigi Vanvitelli’, i professori Giovambattista Capasso e Francesco Trepiccione, rispettivamente direttore scientifico di Biogem e responsabile del laboratorio di Nefrologia Traslazionale dell’Istituto irpino.
    Il corso si svolgerà sabato mattina, nella sede di Biogem, e ha come presupposto il testo unico sulle malattie rare approvato di recente, che ha riconosciuto la dimensione clinica e sociale di tali patologie, numerosissime in ambito nefrologico, ma spesso raggruppate secondo logiche puramente descrittive, non sempre in grado di consentire la più appropriata gestione terapeutica. Non a caso, circa il 30% dei pazienti in dialisi non ha avuto una diagnosi specifica oltre quella del grande ‘contenitore’ della Insufficienza Renale Cronica.
    Oggi – si legge nell’introduzione al corso - il concetto di rarità si estende non solo alla frequenza della patologia, ma anche all’assenza delle strutture specializzate alla diagnosi.
    Grazie a iniziative come questo corso, Biogem si propone di diffondere la conoscenza su diagnosi e management delle malattie rare renali, associando condizioni rare note con malattie ultra-rare, il cui impatto sulle attività quotidiane del nefrologo è sempre maggiore.

     

    Ettore Zecchino

     

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    Numeri pre-COVID per l’edizione 2022 delle ‘Due Culture’ di Biogem

    Si è chiuso nel segno della bellezza matematica del numero aureo, evocata in video-conferenza dal fisico Antonino Zichichi, il meeting 2022 delle ‘Due Culture’ di Biogem, in un’ideale ripresa del tema inaugurale, discusso quattro giorni prima dal professore Marco Di Capua, con riferimento alla bellezza nella grande pittura otto-novecentesca e ‘rappresentato’ in una mostra a tema dall’artista Ettore De Conciliis.
    Di arte e scienza come culture più simili che diverse e di un eterno interrogativo sui tempi della loro genesi, come nel celeberrimo rompicapo sulla nascita dell’uovo e della gallina hanno invece parlato i fisici Antonio Ereditato e Franco Cervelli.
    Sul concetto di passione, soprattutto nell’artista, si è soffermato lo scrittore Maurizio De Giovanni, ispirato dalla vicenda biografica del poeta popolare napoletano Vincenzo Russo.
    Alla creatività hanno fatto espressamente riferimento il professore Ernesto Carafoli, in un’ampia conferenza perfettamente biculturale e monsignore Alberto Rocca, concentrato sul genio di Leonardo. Sempre alla creatività si è rivolto David Meghnagi, che ha relazionato sull’interpretazione freudiana del Mosè di Michelangelo.

    Del rapporto tra arte e scienza visto da un’angolatura particolare hanno parlato i professori dell’Università di Bologna, Claudio Marra e Giacomo Manzoli, con riferimento a due recenti discipline artistiche (fotografia e cinema) generate in senso stretto proprio dalla scienza.
    Ha volato alto, nei cieli ancora in parte inesplorati delle neuroscienze applicate all’arte, il professore Jean Pierre Changeux, impegnato a ricercare le connessioni biologico-molecolari e quelle specificamente culturali, dell’elaborazione cosciente.

    La tecnologia, convitato di pietra in ogni convegno del meeting, ha trovato il proprio spazio peculiare nel confronto tra i professori Gennaro Marino e Francesca Casadio sulle tecniche diagnostiche applicate al patrimonio culturale.

    Di nuovo la bellezza e la creatività, ma in un’accezione mistica, hanno ispirato il cosmopolita Michael Barry, in una poliglotta relazione sulle analogie tra la poesia persiana islamica di 'Attâr e la predicazione leggendaria di San Francesco, attraverso le più suggestive illustrazioni delle due civiltà.
    Un ultimo cambio di registro è stato suggerito dal professore Antonio Iavarone, che ha indicato nell’immaginazione un’arma fondamentale sia per la buona arte sia per la buona scienza, stigmatizzando la sua scarsa valorizzazione nell’attuale sistema di studio e di valutazione scientifica occidentale.  
    Molti, quindi,  i paradigmi interpretativi di questo rapporto, non escluso l’elemento del mistero, richiamato in diversi interventi, o quello della curiosità, veicolato spesso dal professore Ereditato.

    Svincolato dal tema dominante del meeting, ma in collegamento diretto con l’attualità, è stato, invece, il dibattito sulla guerra in Ucraina, moderato dall’ambasciatore Cosimo Risi, che ha interrogato il suo collega Vincenzo Grassi e il professore Settimio Stellone sulle incerte prospettive europee in relazione agli esiti altrettanto imprevedibili del conflitto in corso.

    Al di sopra del tema principale, comunque in parte affrontato, è stato l’intervento dello statunitense Bruce Beutler, Premio Nobel per la Medicina nel 2011, che ha messo al centro della sua attesa lezione il tema delle mutazioni genetiche all’origine della resistenza al cancro, non escludendo un prossimo approdo a una soluzione vaccinale.
    Variegata è stata la sessione serale del meeting, diretta dal maestro Nazzareno Carusi e dedicata per due giorni alla grande musica classica, con i concerti al pianoforte di Giuseppe Albanese e del ‘genius loci’ Antonio Gomena. Nel mezzo, un recital poetico musicale che ha visto dialogare i versi di Imperatrice Abruzzese con il violino di Giulia Rimonda e con il pianoforte di Luna Costantini. 
    Accanto a un proiettore d’epoca, recente omaggio di un appassionato, si è passati, in un’altra serata, alla visione di brani cinematografici a tema arte e scienza, scelti e commentati dai professori Giacomo Manzoli e  Francesco Di Donato e dal giornalista Antonio Fiore, tecnicamente montati dal compositor Stefano Argenziano.

    Assente per improvvisi e improrogabili impegni istituzionali, il professore Giuseppe Remuzzi, vincitore, con il suo ‘Le impronte del signor Neanderthal’, del premio letterario intitolato a Maria Antonia Gervasio, ha confermato, con un accorato messaggio scritto, la sua vicinanza alla comunità di Biogem.

    Cala quindi il sipario su un’edizione molto partecipata del meeting, capace di attrarre 20 relatori di caratura internazionale (esclusi gli interni) e una decina di artisti di varie discipline, ma, soprattutto, capace di coinvolgere ancora una volta il grande pubblico, attestato su livelli di partecipazione pre-COVID. A loro si è rivolto un orgoglioso presidente Zecchino, evidenziando il tentativo, da parte di Biogem, di intestarsi un ruolo attivo di stimolatore culturale, perseguito con lo stesso impegno di quello più direttamente scientifico. Alle 32 pubblicazioni con primo e/o ultimo firmatario e con un impact factor superiore a 5, alla recente creazione di due start up in ambito oncologico e nel settore degli organoidi, all’azzeramento dei costi energetici (in piena crisi europea nel settore), al placement da record italiano del 98% dei corsi post-laurea UIIP, al contributo nella lotta a COVID, grazie al processamento, con una innovativa tecnologia molecolare, di ben 330mila tamponi, il presidente Zecchino ha quindi voluto espressamente equiparare l’attività di divulgazione scientifica di Biogem, sublimata nel meeting delle ‘Due Culture’. Con la novità, quest’anno, di un’estensione del tema arte e scienza all’intero anno, e, quindi, al centro di iniziative ancora in corso.

    Centrale, nell’intervento di Zecchino, è stato infine il compiacimento per la vocazione sempre più verde della struttura di Biogem, arricchita, tra l’altro, dalla piantumazione di 1.281 alberi di alto fusto e di 800 ulivi.

    E al ‘mondo verde’ sarà dedicata la quindicesima edizione del meeting, nel settembre del 2023.

     

    Ettore Zecchino





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