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    L’apertura della sede Accenture di Bari consolida le prospettive di crescita del Programma UIIP

    Nuove, concrete possibilità di inserimento al lavoro di giovani meridionali nella loro terra si materializzano sull’asse Ariano Irpino-Bari, grazie all’inaugurazione, nel capoluogo pugliese, di una nuova sede della multinazionale attiva nel settore della consulenza digitale. L’operazione, completata dall’apertura di un centro analogo a Cosenza, segna un passo in avanti nella strategia di ampliamento al Sud di Accenture, che da anni può contare su una grande presenza a Napoli. Proprio il capoluogo partenopeo è tutt’ora il destinatario principale di personale umano formato nei corsi UIIP (University-Industry Internship training Program) di Biogem, che, dal lontano 2010 vantano una collaborazione strettissima con Accenture, sponsor di 40 delle 56 edizioni svoltesi fino ad oggi.
    Non misurabili sono i frutti di questa partnership in termini di accrescimento tecnologico e culturale per tanti giovani, premessa indispensabile per il loro inserimento lavorativo nelle sedi del gruppo. Si tratta di numeri considerevoli, dagli 885 formati per la sede di Napoli, ai 281 di Milano, ai 226 di Roma e ai 124 di Torino. Senza dimenticare, in un ideale tour nazionale, i 55 destinati al presidio cagliaritano, per un totale di 1570 giovani proiettati nel mondo del lavoro, nelle aree specifiche di riferimento SAP, Data Analytics e Digital Web.

    E adesso, con Accenture-Cosenza, e soprattutto con Accenture-Bari, parte una nuova sfida per il Programma UIIP, orientato a confermare, anno dopo anno, il placement vicino al 100%, ultimamente sempre registrato, diversificando il già consolidato bacino meridionale.

    “Aver inserito quasi 900 allievi UIIP-Biogem nella sede napoletana di Accenture è un risultato eccezionale, frutto di un modello consolidato che – assicura il coordinatore del Programma, Andrea Di Maso - applicheremo anche per supportare la crescita di personale junior della sede di Accenture di Bari’’. ‘’A partire da questa edizione – rilancia infine Di Maso - UIIP non solo continuerà ad aprire le porte del mercato del lavoro a tanti giovani, ma consentirà anche uno sviluppo di carriera senza necessità di trasferimento fuori regione per i tanti laureati pugliesi”.

     

    Ettore Zecchino

    Premio Gabriele Monasterio per l’innovazione in nefrologia al professore Giovambattista Capasso

    ‘’Si tratta sicuramente del coronamento ideale di un’intera carriera, ma, vista la natura del riconoscimento attribuitomi, anche di una fortissima spinta a proseguirla, con nuovi stimoli che si aggiungono a quelli derivanti dalle tante attività in corso a Biogem’’. Con queste parole il professore Giovambattista Capasso, attualmente direttore scientifico dell’Istituto irpino, ha voluto commentare il conferimento alla sua persona del Premio Gabriele Monasterio, avvenuta nel corso dell’ultimo congresso della Società Italiana di nefrologia, recentemente svoltosi a Rimini.
    La scelta è caduta sul professore Capasso per l’innovazione e l’ampliamento delle conoscenze generati dai suoi studi sui meccanismi alla base dei processi fisiologici e patologici del rene. Risultati conseguiti lungo l’arco di una lunga carriera clinica e di ricerca, che, come sottolineato dal presidente della Società Italiana di Nefrologia (SIN),il professore Piergiorgio Messa, ha conosciuto, dopo la laurea presso l’Università di Napoli ‘Federico II’, lunghi periodi di approfondimento in prestigiosi istituti di ricerca, come il Max-Planck Institut für Biophysik, a Francoforte, l’Albert Einstein College of Medicine di New York, e la Yale Medical School, a New Haven (USA).
    In quegli anni – si legge nella motivazione del premio - attraverso studi di micropuntura renale, una metodica altamente specializzata, che consente la valutazione del flusso renale direttamente nelle singole porzioni del nefrone, il professore Capasso ha prodotto dati scientifici, ampiamente documentati da lavori pubblicati su riviste di alto impatto, che hanno inciso significativamente sulle nostre attuali conoscenze del trasporto di bicarbonato. A questi studi il professore Capasso ha affiancato, più recentemente, due linee di ricerca innovative, incentrate sull’onconefrologia e sul rapporto rene-cervello, producendo dati originali anche in questi campi.

    Non ultimo, il professore ha anche il merito di aver sempre creduto nell’importanza della formazione dei giovani, creando nel tempo un gruppo di ricerca solido, che, con un costante approccio traslazionale, lavora in vari campi della nefrologia, comprese le patologie genetiche e le malattie rare del rene.

     

    Ettore Zecchino

    I vincitori del Premio Paganini suoneranno alle Due Culture di Biogem

    C’è anche il centro di ricerca scientifico irpino, con il suo meeting simbolo, nell’elenco delle 35 istituzioni culturali italiane (tutte musicali) selezionate per ospitare i concerti da offrire al vincitore del Premio Paganini di Genova, biennale concorso violinistico universalmente riconosciuto tra le massime competizioni musicali al mondo. Nella lista, stilata dal suo direttore artistico, Nazzareno Carusi, le Due Culture di Biogem sono quindi accostate a quasi tutti i più prestigiosi enti musicali italiani, con in testa il Teatro alla Scala di Milano.
    A partire dall’edizione del 2024, quindi, tra i fiori all’occhiello delle serate musicali si annovererà anche l’esibizione di sempre nuovi talenti internazionali del violino, selezionati dal Premio biennale intitolato al sommo maestro genovese.

    ‘’Per Biogem si tratta di un grande onore – ha dichiarato il presidente del centro di ricerca irpino, Ortensio Zecchino – che ha poi rivelato la sua personale soddisfazione per l’implicito riconoscimento della valenza culturale di un meeting ormai noto a livello nazionale e capace di attrarre sempre più rilevanti personalità negli ambiti più disparati del sapere umano’’.

     

    Ettore Zecchino

    I nuovi farmaci biotech nell’ultimo seminario stagionale a Biogem

    Sarà la dottoressa Maria Luisa Nolli, responsabile del gruppo di Protein Factory a Biogem, con una lezione sulla rivoluzione dei nuovi farmaci biotech, la relatrice nel dodicesimo e ultimo seminario divulgativo della stagione primaverile-estiva dell’Istituto irpino. L’incontro, fruibile anche in video-conferenza al link https://meet.goto.com/447656701, si svolgerà giovedì 29 settembre alle 14:30 e sarà incentrato su una nuova categoria di farmaci, impensabili solo una decina di anni fa. Tali prodotti costituiscono oggi le  ‘Terapie Avanzate’ ATMP (Advanced Therapy Medicinal Product), come quella cellulare e quella genica, ma anche i cosiddetti CART (Chimeric Antigen Receptor T)  e l’ingegneria dei tessuti. Farmaci che puntano a garantire una risposta terapeutica alle tante patologie rare attualmente non curabili, e che stanno consentendo il passaggio da un approccio più o meno universale a una medicina personalizzata, più vicina alle esigenze dei pazienti.

    ‘’La rivoluzione in atto – precisa Maria Luisa Nolli - vede i suoi albori negli anni 90, ad opera degli anticorpi monoclonali, farmaci biologici formati da macromolecole, molto differenti dai farmaci tradizionali di sintesi chimica, prodotti da cellule in coltura e che hanno in comune con le Terapie Avanzate la sorgente, cioè le cellule’’. ‘’L’evoluzione delle Terapie Avanzate – aggiunge la stessa Nolli - si basa sul fatto che il prodotto finale è costituito dalle stesse cellule’’, una caratteristica in grado di determinare ‘’cambiamenti epocali  nello sviluppo, nella produzione e nella sperimentazione clinica di questi medicinali’’.

    I farmaci per le Terapie Avanzate (attualmente una trentina di prodotti sui mercati  e più di mille trial clinici nel mondo),  costituiscono – assicura infine la dottoressa Nolli – ‘’una grande opportunità di cura per numerose malattie oggi fatalmente trascurate’’.

     

    Ettore Zecchino

    nolli

    Biogem ospita corso di formazione sulla nefrologia delle malattie rare

    Reni ancora protagonisti sabato prossimo nel centro di ricerca scientifica irpino, dove si svolgerà il convegno ‘La nefrologia delle malattie rare: conoscerle per curarle’, un corso di aggiornamento per i nefrologi volto ad ampliare la conoscenza su diagnosi e management delle malattie rare renali. Responsabili scientifici dell’iniziativa saranno, insieme alla professoressa Alessandra Perna, coordinatrice del Corso di Malattie del Rene e Vie Urinarie dell’Università degli Studi della Campania ‘Luigi Vanvitelli’, i professori Giovambattista Capasso e Francesco Trepiccione, rispettivamente direttore scientifico di Biogem e responsabile del laboratorio di Nefrologia Traslazionale dell’Istituto irpino.
    Il corso si svolgerà sabato mattina, nella sede di Biogem, e ha come presupposto il testo unico sulle malattie rare approvato di recente, che ha riconosciuto la dimensione clinica e sociale di tali patologie, numerosissime in ambito nefrologico, ma spesso raggruppate secondo logiche puramente descrittive, non sempre in grado di consentire la più appropriata gestione terapeutica. Non a caso, circa il 30% dei pazienti in dialisi non ha avuto una diagnosi specifica oltre quella del grande ‘contenitore’ della Insufficienza Renale Cronica.
    Oggi – si legge nell’introduzione al corso - il concetto di rarità si estende non solo alla frequenza della patologia, ma anche all’assenza delle strutture specializzate alla diagnosi.
    Grazie a iniziative come questo corso, Biogem si propone di diffondere la conoscenza su diagnosi e management delle malattie rare renali, associando condizioni rare note con malattie ultra-rare, il cui impatto sulle attività quotidiane del nefrologo è sempre maggiore.

     

    Ettore Zecchino

     

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