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    Studi di biologia computazionale su cancro pediatrico al seminario UniNa

    Le ultime prospettive di ricerca su sette tumori cerebrali infantili e una più approfondita comprensione della loro biologia funzionale saranno al centro del prossimo seminario di biologia computazionale dell’Università di Napoli, in programma venerdì 9 aprile, e sponsorizzato da Biogem. Ne parlerà Francesca Petralia, ricercatrice presso l’Icahn Institute of Data Science and Genomic Technology, Mount Sinai (New York) , che ha già eseguito un'analisi proteogenomica completa e su larga scala su questi tumori. Lo studio e’ stato effettuato nell’ambito del programma  Clinical Proteomic Tumor Analysis Consortium (CPTAC), supportato dal National Institute of Health (NIH) americano.

    Si tratta, in particolare, di uno studio che supera i confini istologici tradizionali, per scoprire la biologia fondamentale dei tumori cerebrali pediatrici, e le relazioni con il microambiente tumorale. L’utilizzo della proteomica e fosfo-proteomica in questo studio multi-omico su larga scala aggiunge informazioni funzionali, che aiutano a guidare gli sforzi traslazionali.

     

    LOCANDINA

     

    Ettore Zecchino

    Farmacovigilanza e biomarcatori epatici al seminario degli ex allievi di Biogem

    Gli ultimi sviluppi della ricerca sulla sicurezza dei farmaci e la prospettiva concreta di un test diagnostico per malattie epatiche attraverso il respiro, sono gli argomenti prescelti, rispettivamente da Valentina Chiusolo e da Giuseppe Ferrandino, per il seminario di ex allievi Biogem, in programma il prossimo 9 aprile. Si tratta di temi di dirompente attualità, visto il disorientamento ancora forte dell’opinione pubblica per il caso Astrazeneca. L’obiettivo del seminario, introdotto dal direttore scientifico di Biogem, Giovambattista Capasso, e presieduto dal direttore del Centro di Saggio dell’istituto irpino, Edoardo Stradella, è proprio quello di infondere maggiore fiducia nella farmacovigilanza, un'attività che contribuisce fortemente alla tutela della salute pubblica, ma ancora poco nota al grande pubblico, nelle sue dinamiche specifiche. Un’attività condotta ad alto livello da Valentina Chiusolo, che, dopo ulteriori esperienze universitarie a Ginevra, attualmente ricopre il ruolo di safety scientist per vari clienti e diversi prodotti farmaceutici e Rrp (Prodotti a rischio ridotto) per UBC (United Biosorces Corporations).
    Di più, nell’auspicio del professore Gennaro Marino, direttore dell’area Formazione di Biogem, si cercherà di incoraggiare un collegamento più diretto tra farmacovigilanza e diagnostica clinica. Occasione offerta, in particolare, dagli studi di Giuseppe Ferrandino, approdato a Cambridge come translational scientist presso Owlstone Medical, dopo anni a Yale e a Dresda, sulla possibilità di individuare nel fiato di una persona biomarcatori predittivi di una malattia epatica, come il limonene, con le sue alterazioni. Prospettiva interessante per la speranza di allargare le possibilità diagnostiche ai primi stadi di patologie talvolta molto gravi, ma in quella fase ancora curabili. L’eventuale risultato sarebbe inoltre ancor più apprezzabile, vista la metodica indolore seguita per ottenerlo, a fronte delle invasive biopsie epatiche, attualmente imprescindibili.

    LOCANDINA

     

    Ettore Zecchino

    Da Biogem nuove prospettive di ricerca su sindrome ultra-rara

    Uno studio internazionale, a prima firma Yoko Suzumoto, e pubblicato sulla rivista specialistica Intractable & Rare Diseases Research, descrive l’evoluzione sintomatologica nella transizione dall’età infantile a quella adulta di pazienti affetti dalla ultra-rara sindrome EAST/SeSAME. La ricerca parte dall’analisi di uno dei più ampi gruppi di pazienti adulti affetti da questa condizione, e ne descrive l’evoluzione dei sintomi renali e neurologici nel tempo. ‘’Segni prognostici più sfavorevoli dal punto di vista renale – spiega la ricercatrice giapponese del laboratorio di Nefrologia Traslazionale di Biogem - correlano principalmente con mutazioni che limitano drasticamente la funzione del gene causa di malattia, ovvero le mutazioni cosiddette troncanti del gene KCNJ10’’. ‘’La severità e la frequenza di crisi epilettiche che pure segna fortemente questa condizione – continua Suzumoto -sembra ridursi con l’età, indipendentemente dal tipo di mutazione causa di malattia’’. ‘’Grazie alla possibilità di generare modelli tridimensionali della proteina funzionante e di quella mutata – dichiara la ricercatrice nipponica- è stato possibile mettere a fuoco il difetto funzionale alla base della patologia’’.‘’Un approccio traslazionale del genere – fa infine notare la Suzumoto - è il primo passo per disegnare nuovi approcci farmacologici diretti alla causa della malattia’’.
    La ricerca internazionale ha visto la partecipazione attiva del laboratorio di Nefrologia Traslazionale di Biogem, con il professore Francesco Trepiccione, e il coordinatore Giovambattista Capasso, direttore scientifico di Biogem.

     

    Ettore Zecchino

    Nuovi approcci per validazione target terapeutici in seminario UniNa con Andrea Califano

    Un insieme di metodologie computazionali sperimentali basate sull’analisi di reti biologiche per l’identificazione e la validazione di una classe di target terapeutici sarà alla base del prossimo seminario di biologia computazionale dell'Università di Napoli Federico II, sponsorizzato da Biogem. Protagonista dell’incontro, in programma in streaming, è il professore della Columbia University, Andrea Califano, profondo conoscitore di alcune proteine, autentiche ‘master regulator’, la cui attività irregolare è responsabile del mantenimento di specifici stati cellulari del tumore. Oggetto del convegno sono particolari metodologie alla base del test Onco Treat, certificato dalle autorità americane, che utilizza dei saggi farmacologici su larga scala per identificare sistematicamente molecole e combinazioni di farmaci, capaci di bloccare l’attività di tali proteine. Un approccio, questo, efficace nell’80% delle sperimentazioni in vivo su xenotrapianti derivati da pazienti, per i quali i protocolli standard non avevano funzionato.

    L’intervento del professore Califano, un vero pioniere nella biologia dei sistemi, intende mostrare il dettaglio di questi nuovi approcci, discutendo, in particolare, del loro utilizzo per l'identificazione e la validazione di molecole in grado di bloccare le cellule progenitrici staminali nell'adenocarcinoma della mammella, ma anche il loro ruolo nel trattamento di specifici sottotipi trascrizionali del glioblastoma.

    LOCANDINA

     

    Ettore Zecchino

    Biogem sperimenta vaccino a uso veterinario anti antrace

    Passerà per Ariano Irpino la prima linea nella lotta alla temibile patologia batterica veterinaria, trasmissibile anche all’uomo. Lo sancisce un accordo tra Biogem e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata, Centro di Referenza Nazionale Antrace (Ce.R.N.A.), e struttura inserita nell’ambito dei laboratori di riferimento OMS. L’intesa, siglata tra il direttore generale dell’Istituto pugliese, Antonio Fasanella, e il presidente del centro irpino, Ortensio Zecchino, ha durata triennale, e comprende la sperimentazione del vaccino ad uso veterinario “STERNE 34F2”. L’attività di ricerca sarà svolta utilizzando come modelli animali i conigli.
    La partnership scientifica, nata da un’intuizione dell’area marketing del centro di ricerca irpino, consentirà all’Istituto Zooprofilattico, autorizzato dal Ministero della Salute alla produzione di farmaci per uso veterinario, e situato nella vicina Foggia, di avvalersi di un ampio stabulario, abilitato a operare in modalità BPL (Buona Pratica di Laboratorio).
    L’introduzione del vaccino Sterne rientra nei programmi di miglioramento del sistema di sorveglianza e controllo del carbonchio (antrace) in Italia, divenuti prioritari a seguito del forte impatto sulla opinione pubblica, determinato dagli attacchi bioterroristici negli USA del 2001. Il vaccino Sterne, utilizzabile per tutte le specie da reddito, consente un notevole abbattimento dei costi di produzione. La dose impiegata risulta infatti di più facile somministrazione e può contribuire a ridurre gli errori legati ai dosaggi molto bassi, che caratterizzavano i prodotti precedentemente utilizzati. L’uso del vaccino Sterne facilita infine le prove di identificazione previste dalla Farmacopea Europea per il controllo di qualità sul prodotto finito, condotte con metodi classici.

     

    Ettore Zecchino 

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