Le ciliegie sono il piccolo e gustosissimo frutto di un albero maestoso, originario dell’Europa e dell’Asia, parte della famiglia delle Rosacee, che in primavera produce una grande quantità di fiori bianchi o rosa, in grado di abbellire parchi e grandi giardini. È ampiamente diffuso in tutto il nostro Paese e la sua coltivazione non necessita di attenzioni particolari, essendo resistente alle temperature fredde. La ciliegia è una drupa ovoidale, tondeggiante o cuoriforme, di circa 1-2 cm di diametro; e si può anche trovare con una forma a sfera, leggermente allungata. La fioritura avviene in primavera, contemporaneamente alla comparsa delle foglie. Esistono due grandi specie di ciliegi: il Prunus avium, o ciliegio dolce; e il Prunus cerasus, o ciliegio acido. Dal primo, derivano alcune centinaia di varietà, che producono due grandi categorie di ciliegie: le tenerine e le duracine. Le prime sono a polpa tenera, di colore rosso scuro, con succo colorato, o di colore chiaro, con succo incolore. Le ciliegie duracine o duroni hanno dimensioni maggiori e polpa soda, e sono di colore rosso scuro o nero, con polpa rossa, oppure di colore rosso chiaro, con polpa giallastra o rosacea.
Il colore rosso della buccia e della polpa indica un contenuto molto rilevante di antocianine e di altri composti fenolici, ad azione antiossidante. Questi composti sono accumulati durante la maturazione, soprattutto a livello della buccia, e contribuiscono al sapore del frutto, con la loro caratteristica astringenza. Numerose sono infatti le cianidine presenti, acidi fenolici, catechina e quercetina, che hanno effetti anti tumorali, attraverso la stimolazione di quegli enzimi che eliminano mutageni e sostanze tossiche, tramite la stimolazione dell’apoptosi (1).
Le ciliegie inoltre hanno mostrato un’interessante attività anti infiammatoria. Il loro consumo porta infatti ad una riduzione significativa della concentrazione plasmatica di proteina C reattiva e dei radicali liberi, importanti marker di infiammazione. L’azione si esplica probabilmente attraverso l’inibizione di specifiche reazioni, che portano alla formazione di queste sostanze. In vitro e in vivo i fenoli delle ciliegie si sono anche mostrati in grado di inibire l’attività della ciclossigenasi II, un enzima con una potente attività pro-infiammatoria. Probabilmente è grazie a queste proprietà che si esplicano alcuni effetti che hanno evidenziato una riduzione dei dolori artritici, di recidive di attacchi di gotta, e dei livelli di acido urico a livello del plasma (2).
Particolarmente degna di nota è la presenza del potassio, importante per il controllo della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna. Inoltre, sono anche fonte di importanti minerali e vitamine, che aiutano a proteggere la vista, e che contribuiscono al buon funzionamento delle difese immunitarie. Presentano anche oligoelementi importanti, come rame e zinco, che le rendono particolarmente energetiche.
Secondo uno studio del 2005, i fenoli presenti in questi piccoli frutti tondeggianti hanno effetti protettivi sulle cellule neuronali. Dallo studio è emerso infatti che i composti fenolici, tra i quali anche gli antociani, proteggono le cellule neuronali dallo stress ossidativo, e quindi, dalla neurodegnerazione. (3).
Una ricerca, pubblicata sul Journal of Neuroscience sostiene, invece, che le antocianine presenti nella ciliegia possono migliorare la memoria.(4).
Un consumo eccessivo di ciliegie potrebbe, tuttavia, comportare effetti negativi in caso di intestino irritabile, o causare coliche. A causa dell’effetto lassativo, è infine sconsigliato nei bambini di età inferiore ai tre anni, perché potrebbe causare diarrea.
Fonti di riferimento:
1) https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34063349/
2) https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31037275/
3) https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16366675/
4) https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/10479711/
Maddalena Pizzulo - nutrizionista