La noce è il frutto dell’omonimo albero. E’ una pianta appartenente alla famiglia delle Juglandaceae, originaria dell’Asia. Ne esistono molte varietà, e le più conosciute sono le noci di Sorrento e le noci Californiane. L'albero di noce è largamente diffuso e, pur essendo originario del territorio medio orientale (Caucaso, Armenia, Iran), oggi è considerato anche una pianta tipica della penisola italiana. Predilige le zone collinari e montuose fino a 1.000m di altitudine, e fiorisce tra aprile e maggio, mentre i frutti maturano tra agosto e settembre. Raggiunge e supera i 12-15m di altezza; ha una chioma larga, tonda, con foglie larghe, impari-pennate e odorose. Le radici si estendono prima in profondità e poi in larghezza. I fiori sono raggruppati in sottili grappoli verdi, tendenzialmente bianchicci o giallini alla schiusa.
I frutti del noce, ovvero le noci, sono drupe, contenenti un grosso seme. Esternamente, da fresche, si presentano di colore verde, ma imbruniscono con la maturazione e la successiva caduta. L'epicarpo ed il mesocarpo carnoso costituiscono il mallo, una porzione non edule per l'uomo, dalla quale si estrae un pigmento scuro. L'endocarpo è duro, legnoso, anch'esso non commestibile e racchiude il seme. Questo, che invece rappresenta la porzione commestibile, può essere diviso in due gherigli simmetrici, che, se maturi, sono di color marroncino, e vantano un gusto dolciastro, vagamente tannico, con consistenza croccante.Dalla porzione edibile del seme si può ricavare un olio molto pregiato. Questo è ricchissimo di acidi grassi polinsaturi, ottimi per l'organismo, ma scarsamente conservabili e poco resistenti alle alte temperature. Le foglie del noce, invece, pur non essendo totalmente commestibili, rappresentano un ottimo ingrediente aromatico.
In 100 grammi di noci edibili (escluso il guscio), troviamo:14,3 g di proteine, 68,1 g di lipidi, 5,1 g di grassi, e 3,5 g d’acqua. L’apporto calorico, sempre per 100 grammi, è di circa 650 kcal. Le noci contengono proteine, sono ricche di potassio, fosforo, magnesio, calcio e, in piccola quantità, anche ferro, zinco, selenio, e rame. Le vitamine più presenti sono A ed E, mentre i lipidi sono costituiti, in prevalenza, da acidi grassi insaturi e polinsaturi (omega 3). La presenza di omega 3 e di importanti antiossidanti dona alle noci anche buone proprietà antitumorali, mentre l’acido oleico, un grasso monoinsaturo presente anche nell’olio di oliva, risulta efficace nella riduzione del colesterolo. Di qui gli effetti benefici sull’apparato cardiovascolare e l’utilità nella prevenzione di malattie e disturbi a carico di questo apparato, come arteriosclerosi, infarto e ictus. Il contenuto di polifenoli e di altri fitochimici nelle noci, con le loro proprietà citotossiche dichiarate, le rende anche un candidato interessante per la ricerca sulla prevenzione del danno dell'acido nucleico, indotto dai radicali liberi. Ricerche sul consumo di noci negli esseri umani e negli animali suggeriscono che queste possono essere considerate una sostanza nutraceutica o farmaceutica. (1) In uno studio effettuato sulle noci del Brasile è stato inoltre visto che la composizione nutrizionale della frutta a guscio, caratterizzata anche da un adeguato profilo di acidi grassi e da un alto contenuto di proteine presenta numerosi benefici per la salute. Le noci del brasile sono infatti tra le più ricche fonti alimentari di selenio e di altri micronutrienti, come magnesio e rame, e sono in grado di potenziare il sistema antiossidante e il miglioramento della risposta antinfiammatoria. Questi effetti sono stati valutati in diverse condizioni, come deterioramento cognitivo, dislipidemia, cancro e insufficienza renale. (2)
L’uso delle noci deve, tuttavia, essere moderato in caso di malattie epatiche, ed è controindicato in soggetti affetti da gastroenterocolite o ulcera gastrica duodenale. “Da evitare anche in individui soggetti a herpes, per la presenza di arginina, che può scatenarne la comparsa, e in caso di calcoli renali, data la presenza di ossalati”. Le noci, come altri tipi di frutta secca, possono infine innescare fenomeni allergici in soggetti ipersensibili, con manifestazione di dolori addominali, vomito, e difficoltà respiratorie.
Fonti di riferimento:
1- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25747270/