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    Il Sud supera il Centro-Nord nelle assunzioni post-UIIP del 2023

    Il dato, registrato per la prima volta dall’avvio del programma di formazione post-laurea a Biogem nel 2010, si spiega con la recente apertura, da parte della multinazionale della consulenza in ambito digitale Accenture (attualmente partner principale di UIIP-Biogem), di due nuove sedi meridionali, rispettivamente a Bari e a Cosenza. Tale novità, unitamente alla vitalità dello storico polo partenopeo della stessa Accenture, garantisce, infatti, un radicamento ormai completo nel Sud Italia non insulare.

    Nel 2023, in particolare, sono stati allocati in azienda, tramite il programma UIIP, ben 291 giovani, di cui circa l'80% in Accenture e circa il 20% in altre aziende, quali Deloitte, Reply, Digitouch. Di questi, 152 (ossia circa il 55%) sono stati destinati a città del Sud Italia (103 a Napoli, 24 a Bari, 10 a Cagliari e 15 a Cosenza). Di contro, sono stati 51 i giovani diretti a Milano e 17 a Torino. A Roma ne sono infine giunti in 71.
    Aggregando i dati delle città del Sud (152 allocati) con quelli di Roma (71), abbiamo, quindi, un totale di 223 nuovi assunti in città del Centro-Sud, pari a circa il 75% del totale. Senza considerare il più che probabile incremento atteso nella neonata sede di Cosenza, i cui dati statistici sono riferiti solo all’ultima parte del 2023.

    ‘’Numeri – fa notare il responsabile UIIP-Biogem Andrea Di Maso – che evidenziano una sempre maggiore valenza territoriale dei nostri corsi, peraltro continuativamente gratificati da percentuali di placement vicine al 100%’’. ‘’Grazie alle nuove sedi pugliese e calabrese di Accenture – sottolinea infine Di Maso – i giovani partecipanti ai corsi UIIP, provenienti ormai da tutto il Paese, ma con un’ovvia prevalenza del Meridione, hanno la concreta possibilità di realizzare i propri ‘sogni lavorativi’ praticamente sotto casa, restituendo al proprio territorio le competenze e la specializzazione acquisite’’.

     

    Ettore Zecchino

    Biogem Musica inaugura il 2024 con Danilo Rossi

    Sarà il maggiore violista italiano contemporaneo il protagonista principale, giovedì 18 gennaio, alle 18:00, del primo concerto annuale della rassegna Biogem Musica, ideata e diretta da Nazzareno Carusi e intitolata alla memoria dello scrittore e storico della musica Paolo Isotta. Il forlivese Danilo Rossi, primo violista del ‘Teatro alla Scala’ di Milano per 36 anni, con all’attivo il record del più giovane strumentista di sempre ad aver ricoperto tale ruolo, sarà accompagnato dal pianista Stefano Bezziccheri, suo partner musicale ultratrentennale.
    Definito ‘’un gigante’’ da Zubin Mehta e unanimemente considerato una star di prima grandezza nel panorama musicale internazionale, Danilo Rossi, oltre alla lunga stagione milanese, terminata per pensionamento nel 2022, ha al suo attivo una straordinaria carriera concertistica da solista. Alle esibizioni in quasi tutti i templi della musica classica internazionale, il violista forlivese ha inoltre affiancato numerose collaborazioni teatrali con celebri attori e letterati, non di rado realizzando una contaminazione colta con il jazz e con altre espressioni musicali contemporanee, nel tentativo, secondo la gran parte della critica riuscito, di vivere la musica nella sua completezza, senza nessuna barriera. E a questo filone della sua attività concertistica può di diritto appartenere il concerto in programma a Biogem il 18 gennaio, che oscillerà tra la ‘romantica’ ‘Sonata n. 2 op. 120 in mi bemolle maggiore’ di Johannes Brahms e il ‘classicheggiante’ ‘Notturno’ di Nino Rota. Seguirà un ‘impressionistico’ Maurice Ravel (‘Pavane pour une enfant defunte’), per poi chiudere con i suoni contemporanei del ‘Grand Tango’ di Astor Piazzolla.
    Danilo Rossi è anche autore di apprezzati manuali di didattica e insegna al Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano.
    Scrittore di successo, il 26 gennaio uscirà ‘Viola d’amore’, un suo atteso volume autobiografico.

     

    Ettore Zecchino

     

    concerto 18

    Biogem affina metodo per tracciare prodotti lattiero-caseari

    Lo studio, realizzato nel Laboratorio di Produzione di Proteine e Anticorpi dell’Istituto arianese, diretto dalla dottoressa Alessandra Fucci, rientra nell’ambito del progetto regionale FORMlife, relativo alla sperimentazione di prodotti innovativi per la valorizzazione e produzione in ambito lattiero-caseario. I risultati sono stati presentati nei giorni scorsi, a Zungoli, dalla ricercatrice di Biogem, Assunta Riccio, nel corso di un convegno introdotto dal presidente della Cooperativa Agricola Molara, Genesio De Feo, capofila del progetto.

    ‘’L’obiettivo raggiunto dalla nostra ricerca – dichiara la dottoressa Riccio – è la messa a punto e la validazione di una metodica standardizzata per consentire il tracciamento e l’autenticazione dell’origine del latte e dei suoi derivati’’. ‘’Un risultato – precisa Riccio – ottenuto dall’analisi molecolare su campioni di latte e formaggio, provenienti da diversi allevamenti afferenti alla Cooperativa Agricola Molara, con l’aggiunta di campioni di latte di controllo, provenienti da altre aziende’’.

    Il convegno, coordinato dall’agronomo Italo Santangelo, ha potuto contare sulla relazione della professoressa Laura De Martino (Università degli Studi di Salerno), responsabile scientifica del progetto, e sui saluti istituzionali, tra gli altri, del direttore GAL IRPINIA, Vanni Chieffo e della numero uno di Coldiretti Avellino, Veronica Barbati.

     

    Ettore Zecchino

    Biogem collabora a uno studio nazionale sul tumore al pancreas

    La ricerca, pubblicata sul ‘Journal of Translational Medicine’, riguarda nuove prospettive terapeutiche per l’adenocarcinoma duttale pancreatico (PDAC). Lo studio è stato coordinato dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli e Università Cattolica del Sacro Cuore, con la guida dei ricercatori Carmine Carbone e Antonio Agostini, del gruppo di Oncologia Medica del professore Giampaolo Tortora. Alla ricerca hanno inoltre partecipato l’Istituto Oncologico di Candiolo (Torino) e l’Università di Verona. Il contributo di Biogem è consistito, essenzialmente, negli studi in vivo sui modelli murini realizzati nello stabulario arianese da Luca Roberto ed Ilaria Guerriero, vincitori di un bando interno per giovani ricercatori.

    ‘’Il principale obiettivo di questo lavoro – precisa la dottoressa Ilaria Guerriero - è stato identificare nuovi bersagli per terapie non tossiche che migliorino l’efficacia di gemcitabina e nab-paclitaxel (Gem/Txl), attuale trattamento di prima linea del PDAC (adenocarcinoma duttale pancreatico), efficace solo in meno del 30% dei casi, circa la metà dei quali ad elevato rischio di sospensione, a causa della sua elevata tossicità’’. ‘’Nel nostro lavoro – continua la dottoressa Guerriero - abbiamo accertato che il farmaco talniflumato è in grado di inibire GCNT3 sia in vitro sia in vivo in esperimenti su organoidi umani e murini, bloccando l’eccessiva sintesi e glicosilazione di alcune proteine, chiamate mucine. Negli stadi più avanzati della malattia, le mucine formano una barriera fisica che impedisce alle cellule immunitarie di riconoscere quelle tumorali e rende difficile l’efficacia dei chemioterapici’’. ‘’L’aspetto più interessante – chiarisce ancora la ricercatrice di Biogem - è aver dimostrato che, in modelli murini di PDAC, il talniflumato è in grado di migliorare significativamente l’efficacia della terapia Gem/Txl, impedendo la formazione della barriera immunosoppressiva di mucine’’.

    ‘’Questi risultati – scommette il dottore Luca Roberto - aprono la strada per un nuovo approccio nel trattamento del PDAC, attualmente la terza causa di mortalità correlata al cancro tra gli adulti nei Paesi sviluppati, con una sopravvivenza mediana di pochi mesi e una sopravvivenza a 5 anni inferiore all’8%’’. ‘’Un approccio che – ribadisce lo stesso Roberto – in un futuro non lontano potrà avere un impatto diretto nella pratica clinica’’. 

     

    Ettore Zecchino

    Biogem Talniflumate PDAC

    Il violino di Giuseppe Gibboni a Biogem Musica

    Sarà uno degli strumenti ‘romantici’ per eccellenza, suonato dal salernitano Giuseppe Gibboni, vincitore appena ventenne, nel 2021, del prestigiosissimo “Premio Paganini” di Genova, il protagonista della terza serata di Biogem Musica, rassegna inserita nel cartellone annuale delle Due Culture, ideata e diretta dal maestro Nazzareno Carusi. Il concerto, in programma giovedì 14 dicembre alle ore 18 e dedicato alla memoria dello storico della musica Paolo Isotta, si svolgerà ad Ariano Irpino, nell’Aula Magna ‘Emanuele’ di Biogem, e prevede l’esecuzione di brani di Johann Sebastian Bach (Sonata n.1 in Sol minore, BWV 1001), Niccolò Paganini (Capricci nn. 1, 5, 13, 15, 21, 24), Eugène Ysaÿe (Sonata n.6 in Mi maggiore, op. 27 A) e Alfred Schnittke (“A Paganini”).

    Il giovane interprete della serata, capace di conquistare, appena ventenne, la giuria e il pubblico della 56esima Edizione del celebre “Premio Paganini” di Genova nell'ottobre 2021, unanimemente considerato tra i più importanti concorsi violinistici al mondo, è stato il primo violinista a riportare all’Italia il prestigioso riconoscimento, dopo 24 anni, aggiudicandosi nella stessa occasione anche il premio del pubblico e due premi speciali per la migliore interpretazione dei “Capricci” e del “Concerto per violino e orchestra” di Paganini. A seguito di questa vittoria, l’oggi ventiduenne musicista ha iniziato una prestigiosissima carriera concertistica, debuttando - eseguendo il “Concerto per violino e orchestra” di Ciaikovsky - con l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e suonando, in breve tempo, in molte tra le più prestigiose sale del mondo.

    Nato e cresciuto in una famiglia di musicisti, Giuseppe Gibboni è stato allievo del padre Daniele, prima di frequentare il Conservatorio di Salerno. All’età di 14 anni è stato ammesso all’Accademia “Stauffer” di Cremona, nella classe di Salvatore Accardo, violinista e didatta dal nome leggendario. Si è poi diplomato all'Accademia Chigiana di Siena e, dopo un perfezionamento di cinque anni all’Accademia Perosi di Biella con Pavel Berman, ha studiato al “Mozarteum” di Salisburgo con Pierre Amoyal.

    Suona il violino Stradivari “Auer, Benvenuti” (1699), che gli è stato messo a disposizione da una fondazione tedesca, e il violino Stradivari “Jupiter” (1722), in prestito dalla Nippon Music Foundation. In qualità di vincitore del “Premio Paganini”, ha infine avuto l'opportunità di suonare il “Cannone”, il celeberrimo strumento di Niccolò Paganini, costruito da “Guarneri del Gesù” nel 1743.

    Nazzareno Carusi, direttore artistico di Biogem Musica e dello stesso “Premio Paganini”, ha detto di Gibboni essere «un ragazzo capace di sommare, all’estremo talento, l’estrema bellezza della sua umanità. E questo si riflette a perfezione sul suo far musica».

     

    Ettore Zecchino

     

    BIOGEM MUSICA GIUSEPPE GIBBONI HD 2

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