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    Claudio Pisano

    Claudio Pisano

    Veterano di Biogem, dove ricopre funzioni di vertice nell’area Servizi dal lontano 2013, attualmente Claudio Pisano coordina le attività di Ricerca Preclinica e Sviluppo dell’istituto irpino. In precedenza aveva diretto, per 14 anni, il Dipartimento di Oncologia della Sigma-Tau, a Pomezia. In questo periodo, il Dr. Pisano ha portato con  successo  alla identificazione e allo sviluppo clinico tre nuovi antitumorali. Uno di questi, denominato Gimatecan, è stato oggetto di accordo con l’azienda farmaceutica Novartis, per il suo completo sviluppo clinico.

    Biologo, con abilitazioni a Professore Ordinario per la Biologia Molecolare e per la Biochimica, riconosciuta dal MIUR nel 2013, vanta esperienze al CNR e alle Università ‘Federico II’ di Napoli ‘e La Sapienza’ di Roma , riversate in una più che ventennale attività di ricerca applicata all’industria farmaceutica.

    Dottore, ci racconta i suoi primi passi a Biogem?

    Ho conosciuto Biogem qualche anno prima di lasciare Sigma-Tau, poiché ero interessato ad esternalizzare alcune attività sperimentali, che in quel periodo erano di interesse di Sigma-Tau. Ciò ha mi ha portato a conoscere meglio le potenzialità che, nell’ambito della Ricerca applicata , Biogem possedeva.

     Per questo motivo, ho accettato volentieri la proposta del Presidente di Biogem di entrare nell’organico dell’Istituto. Nel primo periodo ho riorganizzato quelle che erano le modalità  e le tipologie  sperimentali condotte per sponsor esterni, quali Università e Aziende Farmaceutiche. In quest’ambito, ho guidato il personale afferente ai diversi laboratori da me coordinati ad adottare procedure sperimentali che rispondessero a requisiti di qualità  e tracciabilità del dato scientifico, come richiesto dalle attività sperimentali che mirano a verificare le potenzialità di un nuovo farmaco.

    Inoltre, volendo arricchire le potenzialità delle ricerche condotte in Biogem, sono stati sviluppati nuovi modelli sperimentali nel campo dell’oncologia, dell’infiammazione e delle malattie oculari, solo per citarne alcuni. Nel contempo, mi sono prodigato per la creazione  di nuovi laboratori, quali la ‘Protein Factory’, per la  produzione di proteine ricombinanti , i laboratori a servizio della Tossicologia Preclinica, e laboratori di Nutraceutica per l’isolamento e produzione di principi attivi di origine naturale. 

    E poi?

    L’impatto di tutte le nuove attività sviluppate ha portato all’assunzione di  nuovo personale, con specifiche competenze nei diversi settori, e ad implementare le  collaborazioni esterne con molte Università Italiane e soprattutto con aziende farmaceutiche, tra le quali Dompé, Treat-U, Inventiva, Bouty,Special Product’s Line, DiogenX e Dante lab.

    A quali successi professionali in Biogem è più legato?

    Penso che nella valutazione di quanto ho fatto durante la mia lunga vita professionale vi siano aspetti tangibili, come pubblicazioni, brevetti, riconoscimenti nazionali e internazionali, e aspetti meno ‘quantificabili’. ma che hanno un altrettanto grande valore a livello personale.

    Tra i primi, sicuramente, pur effettuando una ricerca molto spesso per conto di realtà esterne a Biogem, l’avere sempre interagito con la necessaria professionalità scientifica e competenza, ci ha portato a partecipare alla stesura e pubblicazione di numerosi lavori scientifici che hanno incrementato notevolmente la ‘visibilità’ di Biogem a livello nazionale e internazionale.

    Ancora, l’avere introdotto in Biogem nuovi modelli di mesotelioma, un tumore ad oggi incurabile,  ci ha permesso di aiutare lo sviluppo, a livello preclinico,  di un nuovo possibile approccio terapeutico per questo tumore.  Infatti,  la Company Treat-U con cui abbiamo collaborato, ha avuto quella che si chiama Orphan Designation, dalle agenzie regolatorie di controllo sui nuovi farmaci sperimentali EMA (Europea) e FDA (Stati Uniti), e quindi l’autorizzazione alla Sperimentazione Clinica.

    Infine, penso ai molti validi collaboratori di cui ho promosso l’assunzione in Biogem e che ad oggi rappresentano sicuramente un punto di forza delle ricerche farmacologiche che vengono condotte nella nostra realtà.

    Un maestro che le ha dato tanto?

    Ognuno di noi incontra nella sua vita professionale tantissime persone valide, ma se devo pensare a una persona che più di tutte ha segnato la mia vita professionale, penso a Paolo Carminati, che ho conosciuto in Sigma-tau in qualità di Direttore della Ricerca e Sviluppo. Un farmacologo, cresciuto alla scuola del professore Garattini, e con esperienze in diverse grandi Aziende Farmaceutiche, sempre come Direttore R&D.

    A proposito di collaboratori, ci indica i progetti in corso nel suo settore a Biogem e l’organizzazione interna per realizzarli?

    In questo momento sto seguendo diversi progetti, molti dei quali sono svolti per conto di aziende farmaceutiche, nel campo dei vaccini, nel settore delle molecole antidiabetiche e per il trattamento di patologie oculari.

    I progetti di cui sono in prima persona il Responsabile Scientifico o Principal Investigator, riguardano l’identificazione e lo sviluppo di nuovi antitumorali appartenenti a due classi farmacologiche distinte: Inibitori duali di POLA1/HDAC11; e nuovi inibitori di PARP. Senza entrare in dettagli meccanicistici, per la prima classe, i ‘duali’, abbiamo identificato una molecola molto attiva, chiamata GEM144, che è in fase di sviluppo preclinico. Per quanto riguarda la seconda classe, abbiamo risultati molto promettenti su due nuove molecole, che sembrano possedere un’attività superiore a Olaparib, farmaco approvato per il tumore al seno triplo negativo e con mutazione di BRCA1/2.

    La ricerca viene condotta coinvolgendo, nelle fasi iniziali, laboratori per lo screening in vitro delle nuove molecole, poi, dopo approfondimenti vari che coinvolgono  valutazioni biochimiche/molecolari dell’attività sul target putativo delle molecole in esame, si passa ad una prima valutazione in vivo, su modelli specifici di malattia,  coinvolgendo quindi  l’Animal Facility e la Tossicocinetica.

    Come vede, è dall’interazione di tutte le diverse competenze presenti in Biogem che scaturiscono i risultati che pongono la struttura ‘Service Ricerca’ di Biogem in grado di effettuare una ricerca traslazionale di altissimo livello.

    Quali effetti sta producendo nel suo settore la pandemia in corso?

    Purtroppo, per diverse ragioni, l’impatto nel primo periodo di lockdown è stato un rallentamento importante di diverse attività sperimentali, dovuto alla difficoltà di approvvigionamento di materiali per la ricerca, unitamente alla impossibilità di essere tutti fisicamente presenti in laboratorio. Nell’ultimo anno, con la possibilità di vaccinarsi e quindi di non contingentare il numero di persone presenti nello steso momento in un laboratorio, le attività sono riprese a pieno ritmo. 
    In aggiunta, ricordo che, proprio in relazione alla Pandemia da Sars-CoV-2, vi è stato un maggiore interessamento a nuovi approcci terapeutici contro questo virus, e attualmente Biogem ha firmato un contratto di Ricerca con l’azienda SPL, per l’identificazione di nuovi farmaci che possano superare il problema delle diverse varianti virali di Sars-CoV-2.

     

    Ettore Zecchino


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